Interno


Paolo Borsellino
   Palermo non mi piaceva, per questo ho imparato ad amarla, perché il vero amore consiste nell’amare ciò che non piace per poterlo cambiare.
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Giovanni Falcone
   Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini.
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Proverbio africano
   Alla lunga si saprà tutto. La menzogna segue il sentiero, la verità bisogna cercarla nell'erba.
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Silvano Agosti
Diario Azzurro n.335 del 06.04.2011
Il silenzio è quasi oro
Nel quartiere Eugenio è la sola persona che non mi ha mai avvicinato. Sono quasi cinque anni che lo osservo con curiosità. Non saprei come giustificare questo mio interesse per lui se non con la connessione dei nostri sguardi che sembrano scaturire dall’intimità di un’amicizia in realtà mai esistita. L’ho incontrato spesso in questi anni e il solo contatto tra di noi è stato ogni volta uno sguardo trattenuto e sfuggente. Poi finalmente un giorno, anzi, qualche giorno fa, mentre siedo nella veranda in legno del caffè La Dolce vita, Eugenio occupa la sedia di fronte a me mormorando “Permette?” Io sorrido all’evento e rispondo “Permetto.” “Non voglio disturbarla, lei sta leggendo.” “Meglio se mi dai del tu, altrimenti mi giro sempre per vedere dove sta Lei e non c’è mai nessuno” “Ma è così, per rispetto.” “Trattami come il mare o un albero ai quali se ti venisse il desiderio di parlare non daresti mai del Lei” Un silenzio leggero di qualche secondo, poi il ragazzo riprende “Ho deciso di tornare a parlare. Sono quattro anni che taccio. Non ho più detto una parola, solo annuito o raramente ho pronunciato qualche monosillabo “Sì, Ah, Beh,No…” “Con gli estranei capisco che la cosa possa funzionare, ma con i genitori o con gli amici,,,” “I miei genitori sorvegliano solo che io faccia l’Università e anche i voti d’esame sono monosillabi. Quando chiedono “Come è andata?” Basta rispondere 28 o magari 30 e tutto confluisce silenziosamente nel piccolo mare del tempo quotidiano, coi suoi arcipelaghi di doveri ineluttabili, qualche alta marea della fretta, le grandi rive del sonno.” Parla con soavità il ragazzo e sembra che la sua voce attraversi spazi infiniti per raggiungerlo e raggiungermi. “Sicché per quattro anni, a parte con gli esami, tu sei riuscito a non parlare mai.” “Esattamente. Ma non è difficile. Le persone hanno un bisogno enorme di essere ascoltate e se le lasci parlare poco a poco si trasfigurano e solo raramente azzardano un “e tu, come ti va?” ma già stanno pensando a proseguire il discorso e quindi basta abbozzare un “Mhh…“ e loro proseguono nel godimento di flussi ininterrotti di parole che da tanto volevano pronunciare.” “E per il saluto?” “Per il saluto è ancora più facile, basta un cenno con la mano verso la fronte.” “E come mai hai deciso di smettere?” “Intanto le persone si dimostravano sempre più eccitate ogni volta che ci incontravamo, poi mi è capitato di sentir pronunciare abbastanza spesso la parola “genio”finché la settimana scorsa mi trovavo nella metropolitana ed è mancata la corrente. Siamo rimasti al buio una diecina di minuti durante i quali ho sentito chiaramente pronunciare il mio nome. Alcune persone che abitano nel mio caseggiato parlavano di me ed erano tutte d’accordo nel decidere che sono un genio. “E’ fantastico, ti lascia parlare e tu ti senti finalmente vivo. Poi quando finalmente parla dice cose semplici e profonde. Pensa un po’. Semplici e profonde come “Ah, sì, beh, no, mmh…” “E allora cosa trovi di male nell’essere ritenuto un genio?” “In questi anni di silenzio clandestino, ho imparato che qualsiasi attributo gli altri usino per descriverti è inesorabilmente inferiore a ciò che ognuno di noi è… ovvero inferiore all’attributo di Essere Umano. Quindi per me che conosco il vero valore dell’essere umano che è in me anche la parola genio finisce con l’essere un insulto. E’ per questo che ho deciso di riprendere a parlare.”
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Franco Arminio  
da Circo dell'ipocondria Le Lettere
   In principio c’era un luogo in cui dovunque ti trovavi eri sempre allo stesso punto, questo luogo era il paradiso e dunque il luogo era Dio. Poi è comparso un albero e un albero è già una cosa sola, una cosa divisa, se stai sotto la sua ombra sei in un luogo preciso, nessun albero dà la stessa ombra di un altro.
   Dal momento che siamo usciti dal paradiso abbiamo cominciato a costruire un nostro luogo, esiliati in cerca di casa. I poeti sono esiliati come gli altri, semplicemente non riescono a vedere riparo in alcuna casa. Il poeta più che la casa cerca il giardino.
   Ogni giardino, dal più umile al più sontuoso, forse dice di questo tentativo di rifare sulla terra il paradiso, cioè il luogo felice, cioè Dio. Una rosa non è un fiore ma una prova di forza teologica, una prova sempre fallita perché, come dice Caproni, non riusciremo mai a dire cos’è nella sua essenza una rosa. La questione non è il paradiso che c’era, ma quello che non c’è mai, quello a cui tendiamo indefinitamente senza mai raggiungerlo. Fare un giardino significa fare un luogo buono, un luogo etico prima ancora che estetico, un luogo che sta da una parte e non da un’altra e quindi fuori dal divino. Fare un giardino significa lavorare la terra, questo grembo fecondo e irrimediabilmente chiuso, terra come recinto in cui moriremo col nostro corpo che è il luogo più drammatico della terra, il luogo in cui la forza della vita e quella della morte si danno quotidiana battaglia.

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Asinitas
   La sintesi è con l’imprevisto
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Thomas Bernhard 
In alto - Tentativo di salvezza, Nonsenso
   ...quando leggo un libro, ascolto una musica, guardo un quadro, è come se si sviluppassero tutte le mie caratteristiche più vili, dice, basterebbero dieci anni, due anni, un solo anno intero senza leggere, senza ascoltare, senza guardare: e potrei riavere il mio splendido rapporto con la letteratura e con la lettura e con la pittura e con la musica: da mesi non vedo più un lavoro teatrale, resto in silenzio per tutto il tempo che passo con la giornalista, ma era solo una curiosità: in lei non c'è niente per me, in me non c'è niente per lei: le mi e visite da lei sono pura perdita di tempo: d'un tratto sono le undici,
così giro per la città, da cui non ricavo niente, perché lal conosco a memoria, conosco ogni pietra, ogni alterazione di visi, ogni secchio di rifiuti, ogni bicchiere di birra, ogni cesso pubblico: perché tutto questo mi ripugna? un uomo cammina in mezzo a qualche milione di persone e nessuno se ne accorge: il mondo si concentra in un formato minimo con un volto cancellato...

Trad. di Giovanna Agabio
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Italo Calvino 
da Le città invisibili


   D'una città non godi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda.


   Ogni città riceve la sua forma dal deserto a cui si oppone.
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Albert Camus
da La Peste 
Un mondo senza amore era come un mondo morto e che  viene sempre un’ora in cui ci si stanca delle prigioni, del lavoro e del coraggio, per domandare il viso d’una creatura e il cuore meravigliato dell’affetto.


Trad. Beniamino Dal Fabbro
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Angelo Casati


E se sarà un giorno
luce piena nel tuo regno,
non negare, o Dio,
a questi poveri occhi
il crepitare segreto delle ombre.
Abito città
dove il sole è sempre
già alto.

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Paul Celan
da Microliti 


   Andare nel deserto, poter giungere fino al suo centro più rovente per sotterrare lì la pianta della città dei mille pozzi.


TradDario Borso
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Marcello Cimino
da Michele Perriera Marcello Cimino Sellerio
   Gli ideali rivoluzionari, la coerenza nella lotta contro le oppressioni, l'impegno politico per cui si è capaci di pagare. Sì. La gente che sacrifica perfino la vita per un ideale sociale mi ha sempre coinvolto romanticamente.(...) Per esempio le lettere dei condannati a morte della resistenza: so che c'è molta oleografia ma il sacrificio personale per il bene comune - che posso dirti? - mi esalta come un bambino.
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Arthur C. Danto
   Col giungere a maturità dell'arte, il suo carattere visuale viene meno.
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Alba de Cespedes
da Quaderno proibito

   E’ strano: la nostra vita intima è ciò che più conta per ognuno di noi, eppure dobbiamo sempre fingere di viverla senza quasi avvedercene, con disumana sicurezza.
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Dichiarazione universale dei diritti umani
   www.dichiarazione-diritti-umani.org/testo-dichiarazione-universale-dei-diritti-umani/
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Emily Dickinson
Non conosciamo mai la nostra altezza
finché non siamo chiamati ad alzarci.
E se siamo fedeli al nostro compito
arriva al cielo la nostra statura.
L'eroismo che allora recitiamo
sarebbe quotidiano, se noi stessi
non c'incurvassimo di cubiti

per la paura di essere dei re.


There's a certain Slant of light, 
Winter afternoons –
That oppresses, like the Heft
Of Cathedral Tunes –

Heavenly hurt, it gives us –
We can find no scar, 

But internal difference,

Where the Meanings are –

None may teach it – any –
'Tis the Seal Despair –
An imperial Affliction
Sent us of the Air –

When it comes, the Landscape listens – 

Shadows – hold their breath – 

When it goes, 'tis like the Distance 

On the look of Death – 

C'è un certo taglio di luce,
i pomeriggi invernali –
che opprime, come la gravità
di armonie da cattedrale –

ferita celestiale, ci procura –
non troviamo cicatrice,
ma una differenza interna,
dove stanno i significati –

nessuno può insegnarlo – ad altri –
è il marchio Disperazione –
un'afflizione imperiale
mandataci dall'aria –

quando viene, il paesaggio ascolta –
ombre – trattengono il respiro –
quando va è come la distanza
sui lineamenti della morte –
 

Trad. Silvia Bre
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Quando c'è buio intorno a te, accendi la tua luce.
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Auguriamoci di non ridurci mai per sempre ad una vita privata, siamo del mondo, diamoci al mondo...

Una Divina di Palermo 1990
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Notte di tenebra
come un cuore spugnoso
inzuppato del fiume Congo.
Cuore di edera,
aggrappato ad un soffitto che è il pavimento di un angelo abbrustolito.
Evacuando Evacuando,
ho sguardi solo per i ciechi
e parole a vanvera per i sordi.
Cuore di tenebra,
come i miei vestiti dismessi che si disperderanno nel fiume Congo.
Non ho nulla da preservare per il mio ritorno
un passato anchilosato da ostracismi e cappi al collo.
Non ho casa,
se non l'altrove.
Il consorzio umano,
almeno questo,
è una vetrina di un negozio cui non mi è mai stato consentito l'acquisto.
Curarmi il mal di vita con il male d'Africa.
A volte la felicità perduta
succhiata fuori dalle sanguisughe di traumi a lungo termine
bisogna andarsela a ripescare nelle paludi belliche di atmosfere elettriche.
Non ci sono domani che non si disvelino oggi.
Non ci sono mani a frugare nelle tenebre un cuore.
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Giovanni Evangelista
15, 12
   Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i suoi amici.
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(5) da clinica 1 in Shelter

deve essere molto breve
come il viaggio da roma a roma

piccolo incendio controcampo controtempo
nella strada dove non abita
lo schnauzer che ne corre via

era con movimento
lacunoso, lei (astratto - detto)

non è chiaro, nemmeno gli amici
la conoscevano bene. uno solo, però
via prima, suicida, death by
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   Caino in modo quasi profetico somiglia proprio a noi, uomini e donne di questo tempo. Come lui siamo andati lontanissimo dalla terra feconda, dal volto di Dio, e ora anche l’idea di avere ‘un prossimo’ si va sempre più scolorendo. Come Caino, che dopo il fratricidio costruisce la prima città e dà inizio alla tecnologia, siamo immersi in un agire furioso. Tutta la sanguinolenta e anche splendida storia umana pare il seguito della storia di Caino. Ma è possibile pensare che è talmente d’amore la sostanza siderale di cui siamo fatti, che se non siamo amati diveniamo deformi? Pensare che il male esiste già prima della società, con radici, scappatoie, cunicoli dentro di noi, e che sempre siamo chiamati a fronteggiarlo.
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Werner Herzog
   Io vengo da un'altra galassia, una galassia celeste, molto, molto lontana dal vostro mondo, io vengo dall'Ignoto Spazio Profondo.
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Hillesum Etty
L’unica cosa che conta è offrirsi umilmente come campo di battaglia.
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Franz Kafka
da Aforismi di Zurau


Soltanto qui la sofferenza è sofferenza. E non in quanto coloro che qui soffrono, altrove potrebbero essere innalzati a causa di questa sofferenza, ma in quanto, in un altro mondo, ciò che in questo mondo si chiama sofferenza, immutato e solo liberato dal suo opposto, è beatitudine. 
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Ko Un
da Fiori di un istante

            C’è chi dice di avere ricordi di mille anni
E chi dice di aver già visitato i mille anni del futuro
                                In una giornata ventosa
                                   Io aspetto l’autobus

Trad. Vincenza D'Urso 

La strada non c'è.
Da qui in poi, speranza.
Mi manca il respiro,
da qui in poi, speranza.
Se la strada non c'è,
la costruisco mentre procedo.
Da qui in poi, storia.
Storia non come passato, ma come tutto ciò che è.

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Peppino Impastato
E venne da noi un adolescente
dagli occhi trasparenti
e dalle labbra carnose,
alla nostra giovinezza
consunta nel paese e nei bordelli.
Non disse una sola parola
nè fece gesto alcuno:
questo suo silenzio
e questa sua immobilità
hanno aperto una ferita mortale
nella nostra consunta giovinezza.
Nessuno ci vendicherà:
la nostra pena non ha testimoni.

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Kobayashi Issa

Non dimenticare mai:
camminiamo sull’inferno
guardando i fiori
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Maria Lai
   Il viaggio è la casa. Non solo la mia casa, ma quella di tutti noi. Siamo sulla terra, che gira a circa trenta chilometri al secondo, in un viaggio che è pur sempre un viaggio speciale, dove non si distingue la partenza dal ritorno. La vera nostalgia non è quella per un’isola. È l’ansia di infinito.
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Emmanuel Lévinas
   Il povero, lo straniero si presenta come eguale. La sua uguaglianza in questa povertà essenziale consiste nel riferirsi al terzo, così presente all'incontro e che, nella sua miseria, è già servito da Altri. Egli si unisce a me. Ogni relazione sociale, al pari di una derivata, risale alla presentazione dell'Altro al Medesimo, senza nessuna mediazione di immagini o di segni, ma grazie alla sola espressione del volto.

   Descrivere la vita ordinaria, richiede più coraggio di un samurai.
   
   Il fatto originario della fraternità è costituito dalla mia responsabilità di fronte a un volto che mi guarda come assolutamente estraneo, e l'epifania del volto coincide con questi due momenti. O l'uguaglianza si produce là dove l'Altro comanda il Medesimo e gli si rivela nella responsabilità, o l'uguaglianza non è che un'idea astratta e una parola.
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Salvo Licata
Madre Città così definiva Palermo.
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   Il Progetto Città è un cammino che, una volta iniziato, finirà solo con il mondo unito.
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Romano Madera
   Prima di essere qualsiasi altra sua facoltà, l’uomo è un animale visionario: ogni facoltà umana è infatti, in quanto specificamente umana, coinvolta nella potenzialità di trasformare qualsiasi già dato in altro, cominciando ad immaginarlo diversamente.
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Antonio Moresco
   Che cos’è la letteratura? Che cosa sono le stelle? Che cosa è successo miliardi di anni fa? Cosa sta succedendo adesso?
   da Il primo amore
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Rabbi Nachman di Brazlav
   Mai chiedere la strada a chi la conosce potresti non perderti.

Ti sia gradito, 
Signore Dio nostro e Dio dei nostri padri,
Signore della pace, 
Re cui la pace appartiene,
di porre la pace nel tuo popolo Israele.
E la pace si moltiplichi fino a penetrare
in tutti quelli che vengono al mondo.
E non ci siano più né gelosie né rivalità
né vittorie né motivi di discordia fra gli uomini,
in quanto il suo prossimo
il suo bene desidera 

il suo amore agogna il suo costante successo,
al fine di potersi incontrare con lui e a lui unirsi,
per parlare insieme e dirsi l'un l'altro
la verità in questo mondo.
Un mondo che passa come un batter d'occhi,come un'ombra,
Non come l'ombra di una palma o di un muro,
ma come l'ombra di un uccello che vola.
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da Autoritratto di un altro
Vede se stesso in ciò che deve svanire, in ciò che deve rimanere, in tutte le cose che già esistono.
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Se fosse vera la notte 2003

Prendi con te l'oro
I volti
L'immanenza

Perfino i semi del Verbo
La bellezza
La via.
Gente che
 passa.
Raccogli la poesia
E deponila ai suoi piedi.
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Giuliano Mesa


poesie
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   Se i mattoni avessero un cuore, avremmo  muri più simpatici.
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In ogni cosa ho voglia di arrivare
sino alla sostanza.
Nel lavoro, cercando la mia strada,

nel tumulto del cuore.


Sino all'essenza dei giorni passati,
sino alla loro ragione,
sino ai motivi, sino alle radici,
sino al midollo.

Eternamente aggrappandomi al filo
dei destini, degli avvenimenti,
sentire, amare, vivere, pensare,
effettuare scoperte.

Oh, se mi fosse dato, se potessi
almeno in parte,
mi piacerebbe scrivere otto versi
sulle proprietà della passione.

Sulle trasgressioni, sui peccati,
sulle fughe, sugli inseguimenti,
sulle inavvertenze frettolose,
sui gomiti, sui palmi.

Dedurrei la sua legge,
il suo cominciamento,
dei suoi nomi verrei ripetendo
le lettere iniziali.

I miei versi sarebbero un giardino.
Con tutto il brivido delle nervature
vi fiorirebbero i tigli a spalliera,
in fila indiana, l'uno dietro l'altro.

Introdurrei nei versi la fragranza
delle rose, un àlito di menta,
ed il fieno tagliato, i prati, i biodi,
gli schianti della tempesta.

Così Chopin immise in altri tempi
un vivente prodigio
di ville, di avelli, di parchi, di selve
nei propri studi.

Giuoco e martirio
del trionfo raggiunto,
corda incoccata di un arco teso.
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Fernando Pessoa
Il custode di greggi - Poesias de Alberto Caeiro 
IX
Sono un guardiano del gregge.
Il gregge sono i miei pensieri
e i miei pensieri sono tutti sensazioni.
Penso con gli occhi e con le orecchie
e con le mani e coi piedi
e con il naso e con la bocca.
Pensare un fiore, è vederlo e respirarlo.
E mangiare un frutto è saperne il senso.
Ecco perché quando un giorno di caldo
mi sento triste di goderne tanto,
e mi stendo completamente nell’erba,
e chiudo gli occhi che bruciano,
sento che tutto il corpo è steso nella realtà,
so la verità e sono felice. 
   
Tu dici, vivi nel presente;
vivi solo nel presente.
Ma io non voglio il presente, voglio la realtà:
voglio le cose che esistono,
non il tempo che le misura.
Cos’è il presente?
E' qualcosa di relativo al passato e al futuro.
E' una cosa che esiste in funzione dell’esistenza di altre cose.
   
Ma io voglio la sola realtà, le cose senza presente.
Non voglio includere il tempo nel mio schema.
Non voglio pensare le cose in quanto presenti:
le voglio pensare in quanto a cose.
Non le voglio separare da esse stesse,
trattandole come presenti.
Non dovrei nemmeno trattarle come reali.
Non dovrei trattarle affatto.
   
Dovrei solo vederle, semplicemente vederle;
vederle fino al punto di non poterle pensare,
vederle fuori dal tempo, fuori dallo spazio,
vederle con la facoltà di toglier tutto tranne il visibile.
Ecco la scienza del vedere, che non è scienza.

Trad. Pierluigi Raule e Luigi Panarese
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Rainer Maria Rilke
Sii paziente verso tutto ciò
che è irrisolto nel tuo cuore e
cerca di amare le domande, che sono simili a
stanze chiuse a chiave e a libri scritti
in una lingua straniera.
Non cercare ora le risposte che possono esserti date
poichè non saresti capace di convivere con esse.
E il punto è vivere ogni cosa. Vivere le domande ora.
Forse ti sarà dato, senza che tu te ne accorga,
di vivere fino al lontano
giorno in cui avrai la risposta.
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Roberto Roversi
in Trenta miserie d'Italia ed. Sigismundus


Appartengo alla schiera, non folta, convinta non solo che si possa ma che si debba morire per la così detta “patria”, itala tellus, Vaterland.
Naturalmente, a Maratona, alle Termopili, a Salamina, a Curtatone e Montanara, sul Piave.
Obiettano: “Anche adesso che i confini sono scomparsi o fluttuanti come le onde del mare?”.
Rispondo: “La pace universale è l’utopia sovrana e solenne dei vecchi sapienti, e solitari, assisi davanti alle grotte delle alte montagne. (...)
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Rabindranath Tagore * *
Tu mi hai costretto con la mia libertà.
Là dove il mondo si forma in un unico nido.
Smarrisco la strada e cammino,
cerco ciò che non posso ottenere,

ottengo quello che non cerco.
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Andrey Tarkovsky *
   La verità, manifestata dalla bellezza, è enigmatica; essa non può essere né decifrata né spiegata con le parole, ma quando un essere umano, una persona si trova accanto a questa bellezza, si imbatte in questa bellezza, sta di fronte a questa bellezza, essa fa sentire la sua presenza, almeno con quei brividi che corrono lungo la schiena. La bellezza è come un miracolo, del quale l'uomo diventa involontariamente testimone. Tutto qua.
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Ugo di San Vittore
   L'uomo che trova dolce la sua patria non è che un tenero principiante;colui per il quale ogni terra è come la propria, è già un uomo forte; ma solo è perfetto colui per il quale tutto il mondo non è che un paese straniero.
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Upanishad(trad: sedersi vicino per ascoltare)
Naradaparivrajakopanisad IV 14 B- 21

   L'asceta dovrebbe fermarsi per una notte in un villaggio, per cinque in una città, ma per quattro mesi se durante la stagione delle piogge. Se gli dovesse accadere di fermarsi per due notti in un villaggio, in lui sorgerebbero brame e vizi, e sarebbe bell'e pronto per i tormenti internali. Dovrebbe vivere al margine d'un villaggio, in un luogo non abitato da alcuno, controllando il proprio principio vitale, rinunciando a una stabile dimora. Dovrebbe vagare sulla terra come un verme o un insetto, e risiedere nello stesso luogo per un periodo non superiore alla stagione delle piogge, libero da qualsivoglia brama, con una sola veste o con nessuna affatto, tutto intento alla contemplazione esclusiva dell'Assoluto. Percorra il vasto mondo attenendosi sempre alla pratica della meditazione, senza giammai macchiare la retta via. Vaghi sempre il monaco questuante in regioni pure, rispettando scrupolosamente i doveri inerenti alla propria condizione, gli occhi costantemente fissi a terra. Ma non si faccia cogliere lungo il cammino dalla notte, dal mezzodì o dai due crepuscoli. Poiché percorra luoghi isolati, difficili da traversare o tali che vi sia inevitabile sopprimere esseri viventi per oltrepassarli. Potrà fermarsi per un giorno in un villaggio, per tre in un centro urbano, per due in un borgo, per cinque in una città. Dimori in uno stesso luogo per un periodo non superiore alla stagione delle piogge, se la zona completamente circondata dalle acque.
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John Yau
da Nuova poesia americana-New York

   Certi fiumi si comportano come domande, spostandosi
continuamente da una parte all’altra. Anche altre domande
continuano a comportarsi come fiumi, densi e torbidi.
Un ponte ha l’aspetto di una strada mangiata dai tarli.
Un altro, è fatto di strass
. 
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